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Il Molise: una terra antichissima

Fino agli anni '70 in Molise non erano stati fatti significativi ritrovamenti archeologici, ma in poco più di 30 anni intensi studi paleontologici hanno portato alla luce centinaia si siti preistorici. I più significativi siti archeologici molisani: il sito paleontologico più importante d'Europa ad Isernia con l'eccezionale insediamento di "La Pineta", dov'è vissuto l'Homo Aeserniensis.

Quando si afferma che il Molise è una terra antichissima, non è tanto per dire. Il più antico insediamento umano in Europa, infatti, è stato scoperto proprio in Molise, presso Isernia. Una scoperta casuale, perchè in Molise non erano mai stati fatti studi paleontologici di una qualche rilevanza.

Era il 1978 e le scavatrici stavano tracciando il percorso della superstrada Napoli-Vasto nella località "La Pineta", quando una ruspa più fortunata di altre portò alla luce un cranio di bisonte preistorico, inequivocabile prova di un insediamento umano paleolitico.

Homo erectus

I lavori per la superstrada furono interrotti, il suo tracciato spostato e le scavatrici meccaniche lasciarono il posto ai ben più delicati e cauti strumenti dei paleontologi che da allora non si sono mai fermati e hanno proceduto incessantemente in sempre nuove e più interessanti scoperte.

Da quel lontano 1978, il nome dell'Homo Aeserniensis - l' "uomo di Isernia", come è stato battezzato dagli studiosi - si è fatto strada nel mondo della Paleontologia, divenendo una pietra miliare nel processo di conoscenza delle origini dell'umanità.

Il giacimento è ampissimo, almeno 30.000 metri quadrati, ma, benchè sia stato esplorato solo in minima parte, ha già fornito preziosissime indicazioni.

Per il momento, resti umani non sono ancora stati rinvenuti, ma non si dispera di trovarne in futuro. Sono state scoperte invece tracce consistenti di attività umana, in particolare ossa di animali dalle quali è stato possibile delineare un quadro molto completo e sorprendente della vita di questi primi esseri umani appartenenti al genere dell'Homo Erectus.

Innanzitutto si è avuta una chiara conferma dell'alto stadio evolutivo di questo nostro progenitore: secondo i paleontologi che hanno studiato i ritrovamenti dell'insediamento di La Pineta, oltre settecentomila anni fa, l'Homo Aeserniensis viveva già in comunità, spostandosi a seconda delle stagioni, e sapeva costruirsi abitazioni e riscaldarle col fuoco, con il quale cuoceva anche le proprie prede per nutrirsene con maggiore comodità e soddisfazione, e fabbricava stoviglie e altri contenitori di argilla. Se le congetture degli studiosi sono esatte, questo significa spostare indietro di almeno trecentomila anni la data del primo utilizzo del fuoco da parte del genere umano.

Abilissimo nella lavorazione della pietra e dell'osso, materiale con i quali si fabbricava vari utensili, l'Homo Aeserniensis aveva inoltre la capacità organizzativa necessaria a modificare l'ambiente, plasmandolo secondo le proprie necessità. È stato riscontrato, ad esempio, che l'uomo di Isernia aveva abitudini nomadi, e ritornava periodicamente ad abitare negli stessi luoghi. Aveva quindi cura di predisporre i propri accampamenti in modo da poterli comodamente riutilizzare in periodi successivi.

Le migliaia di reperti finora catalogati sono ammirati da numerosissimi visitatori ogni anno sia sul luogo degli scavi che al Museo Nazionale della Provincia Pentria ad Isernia.

Video: Ulisse - L'Enigma di Isernia

Sito archeologico La Pineta, Isernia